La tragica morte di Matthew Perry: colpevoli e complicità
Un passato da tossicodipendente: la profonda vulnerabilità di Perry
Gli ultimi giorni di Matthew Perry, il celebre Chandler di “Friends”, si rivelano un triste racconto di sfruttamento e dipendenza. Il procuratore federale, Martin Estrada, ha dettagliato come i medici, consapevoli del suo passato da tossicodipendente, approfittassero della sua vulnerabilità per spillargli decine di migliaia di dollari in cambio di dosi di ketamina. I documenti legali svelano un quadro allarmante: Perry, 54 anni, ha subito pesanti effetti collaterali legati all’uso del farmaco, tra cui episodi in cui è stato trovato privo di sensi o incapace di muoversi.
Una mattina fatale: il tragico finale
Il 28 ottobre, il giorno della sua prematura scomparsa, Perry ha chiesto tre iniezioni di ketamina in poche ore. “Sparamene una grossa,” avrebbe esclamato, ignaro del destino che lo attendeva. Quando il suo assistente è tornato a casa, ha trovato l’attore riverso nell’acqua della jacuzzi, privo di vita. Un finale tragico e inaspettato che ha scosso il mondo intero e ha messo in luce la spietatezza del sistema medico che non ha esitato a sfruttarlo fino all’ultimo.
Le conseguenze legali: sanguisughe attorno a una star
Le persone incriminate per la morte di Perry includono il suo assistente Iwamasa, senza le necessarie qualifiche per somministrare iniezioni, e i medici Salvador Plasencia e Jasveen Shagha, quest’ultima soprannominata la “regina della Ketamina”. Shagha rischia una pena da 10 anni all’ergastolo se condannata, mentre Plasencia potrebbe confrontarsi con decenni di carcere. Questo triste evento è un chiaro esempio di come le stelle siano spesso circondate da “sanguisughe” pronte a sfruttare la loro fama per profitto personale.
Nel frattempo, Jennifer Aniston ha rivelato che l’ultimo messaggio scambiato con Perry, la mattina della sua morte, lo ritraeva felice e in salute. “Era in buona forma e stava recuperando,” ha dichiarato l’attrice, aggiungendo una nota straziante a una storia già di per sé tragica.